venerdì 8 giugno 2012

L'intera intera intervista ad Anna Petrini

Vi sono state proposte così tante volte letture sui disagi adolescenziali, che ormai potreste dirvi stufi. In ogni caso, noi vi invitiamo a leggere quest’intervista fatta alla dottoressa Anna Petrini, ma ci aspettiamo una lettura attenta, libera dalla solita superficialità con la quale di solito affrontiamo questi discorsi, in modo da trarre qualcosa di più profondo.
Se ci soffermiamo, tra le risposte troveremmo infatti affermazioni che fanno riflettere, nelle quali possiamo riconoscere degli elementi comuni ad ognuno di noi.
Pensare ogni tanto a come ci comportiamo e al perché abbiamo certe reazioni, potrebbe tornarci utile e quindi non vi lasciate scappare quest’opportunità di riflessione.

1-Sono molti gli adolescenti che si rivolgono a lei per problemi d'ansia?
Negli ultimi due anni si sono rivolti a me diversi adolescenti che vivevano situazioni di malessere fisico e di disagio per problematiche di tipo ansioso. Per lo più riferivano di paure immotivate quando erano soli o in compagnia, erano eccessivamente preoccupati per gli impegni quotidiani e per le prestazioni in generale (casa, scuola, sport), alcuni accusavano dolori addominali o frequenti mal di testa, altri piangevano spesso e tendevano ad isolarsi. Una ragazza in particolare mi ha colpito perché era sempre in tensione muscolare, non riusciva a dormire bene e faceva fatica a respirare e a parlare, condizione che le impediva di rispondere alle domande dei professori in classe e la rallentava anche durante semplici chiacchierate con le amiche. Il lavoro svolto in studio con lei è stato difficile ma alla fine di grande soddisfazione per tutte e due, sono stata davvero felice di averle restituito il sorriso!

2-A cosa sono dovuti questi problemi? Sigarette, alcool e droghe potrebbero aumentare il problema oppure, come spesso si dice, "rilassano" aiutando a non pensare a nulla?
Le cause di un disturbo d’ansia sono molteplici: spesso nella storia di questi ragazzi c’è una mamma ansiosa ed iperprotettiva , il papà invece può risultare poco rassicurante, debole , una figura marginale a cui il figlio non riesce ad appoggiarsi, oppure in casa si riscontra uno stile educativo troppo tollerante ed indulgente, a volte anche un evento stressante o traumatico può generare problematiche di tipo ansioso. La presenza di questi fattori provoca nel ragazzo una profonda insicurezza, tanto che non riesce a concentrarsi su obiettivi concreti e raggiungibili, non costruisce una buona autostima, vive di aspettative lontane dalla realtà e sperimenta uno stato di continua agitazione, frustrazione e irritabilità. Ritengo che anche una scarsa educazione emotiva in casa e a scuola sia alla base dei disturbi d’ansia che caratterizzano gli anni dell’adolescenza. Spesso i ragazzi sembrano non essere preparati allo sconvolgimento emotivo che caratterizza la loro età, non capiscono le emozioni, non sanno descriverle e non conoscono il potere personale e sociale delle emozioni stesse, sono disorientati , si impauriscono e perdono la lucidità. Alcool e droga, essendo sostanze psicotrope che alterano la persona, peggiorano la situazione, non risolvono assolutamente il problema. Per la durata del loro effetto possono sospendere la percezione del malessere che l’ansia comporta, ma non riescono a compensare la mancanza di sicurezza dell’adolescente, anzi lo fanno cadere in un vortice di dipendenza e nient’altro.

3-Una vita troppo piena di responsabilità, studi e lavori hanno influenze negative negli adolescenti troppo giovani?
L’adolescenza è l’età delle grandi imprese, dei più forti slanci! A mio parere gli adolescenti possiedono la carica potenziale per impegnarsi e riuscire in diversi ambiti contemporaneamente (lavoro, scuola, sport, volontariato, etc.). Certo, è importante che ciascuno possa organizzare la propria settimana in base ad obiettivi e priorità per non essere schiacciato dal carico degli impegni. Io consiglio sempre ai giovani che incontro per lavoro di impegnarsi in diverse attività con costanza per evitare l’isolamento e per sperimentare la fatica e la gioia di raggiungere obiettivi personali e sociali così da aumentare l’autoefficacia. Mediante il raggiungimento di traguardi concreti infatti si sperimenta il successo e si incrementa l’autostima, indispensabile per chi vuole stare bene con sé e con gli altri!

4-Che ruolo hanno la scuola e i genitori per quanto riguarda la nostra educazione alla vita nella società di oggi?
La scuola è una palestra di vita. Al suo interno ogni giovane vive le dinamiche negative e positive che poi incontrerà nel mondo del lavoro e nella società in generale. Può essere un ambiente vivo e stimolante che respira e cresce con l’adolescente stesso. Purtroppo ancora oggi ritengo che l’istituzione scolastica tenda a sottostimare l’intelligenza emotiva di ogni alunno. Si crede infatti erroneamente che le emozioni siano in antitesi con la ragione e si crede che dar spazio alla realtà emotiva della classe possa rallentare l’apprendimento o addirittura impedirlo. È invece documentata la forte correlazione che esiste tra l’educazione delle emozioni e l’incremento della prestazione scolastica di ogni ragazzo. Se solo volesse dar voce alle prepotenti emozioni degli alunni la scuola sarebbe una bomba!
Per quanto riguarda i genitori, alle famiglie che incontro nel mio studio mi piace descriverli come due binari, ben distinti ma paralleli, che devono consentire ad ogni ragazzo di raggiungere autonomamente la propria meta secondo le “fermate” o i rallentamenti necessari.
Invece sempre più spesso conosco mamme e papà confusi nel loro ruolo, che vogliono essere amici dei figli o che pretendono di essere ascoltati anche quando sparano consigli, sentenze o criticano in maniera implacabile. Spesso si accorgono di non conoscere realmente i loro ragazzi perché hanno perso l’abitudine di ascoltarli e quindi hanno paura e diventano sfuggenti oppure assillanti. I genitori devono invece riscoprire la bellezza del loro ruolo di educatori per poter “tirar fuori” da ogni figlio le potenzialità e le qualità che lo rendono unico così da spingerlo all’autonomia indicandogli la strada e i mezzi per un continuo miglioramento.

5-Come si spiega la "crescita" così precoce dei giovani d'oggi?
Credo che si confonda con crescita la facile accessibilità ad un vastissimo mondo di informazioni.
I ragazzi, fin dall’infanzia, vengono a contatto mediante la TV e internet di realtà e di notizie di ogni tipo, sembrano capaci di poter affrontare qualsiasi argomento, ma in realtà sono spesso turbati e danneggiati da immagini o tematiche che cognitivamente ed emotivamente non sono in grado di comprendere davvero. Il desiderio di crescere è forte oggi come ai tempi dei nostri genitori è solo che ora i ragazzi hanno a disposizione mezzi più efficaci per scoprire precocemente ciò che prima solo il tempo e l’esperienza insegnavano.

6-Un semplice messaggio che vorrebbe dare a tutti noi ragazzi?
Ciascuno di voi è unico e irripetibile, l’età che state vivendo è breve ma intensa e vi lascerà ricordi ndelebili, ecco, sforzatevi di cercare e di fare sempre il bene per voi e per le persone che vi sono accanto. Buttatevi nelle esperienze positive e scappate da quelle negative.
Siate coraggiosi ricercatori della Verità, del Bello e del Buono e datevi obiettivi ambiziosi ma realizzabili!

Dott.ssa Anna Petrini
annapetrini@gmail.com

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